- Maggio 11, 2017
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Alla presenza di una ventina di soci il prof. De Marchi dell’Università di Zurigo ha ripercorso la carriera letteraria del narratore e poeta leventinese Giovanni Orelli, premio Schiller nel 2012, scomparso a dicembre dell’anno scorso(1928-2016).
Utilizzando un paio di racconti della sua ultima raccolta (I mirtilli del Moléson, 2014) e su alcuni dei suoi testi poetici, dai sonetti di Né timo né maggiorana (1995) ai versi di un volumetto come Frantumi (2014), il prof. De Marchi ci ha accompagnati alla scoperta di questo – come Orelli stesso si definiva scherzosamente – “contadino che ha studiato”, del poeta e narratore apparentemente ossessionato dai ricordi di personaggi , piante, odori, emozioni, colori della sua infanzia leventinese, un “montanaro” in possesso di una sterminata cultura che lo aiutava a cavalcare la lingua e il dialetto con vitalità e leggerezza ma soprattutto con maestria critica e libertà intellettuale.